giovedì 12 settembre 2013

TROVARE LA STRADA - fiabe e miti per riflettere sulle tracce -

Madame Holle - Leggi la fiaba per intero



In uno dei post precedenti abbiamo accennato al valore dei miti e delle fiabe e oggi ci sembra interessante approfondire questo tema scegliendo una fiaba che ripercorre uno dei possibili viaggi dell’anima alla ricerca di se stessa e del proprio compito esistenziale.
Le fiabe ed i miti infatti conservano intatto il patrimonio sapienziale degli antichi, ci aiutano a riflettere sui temi fondanti del nostro percorso e ci danno preziose indicazioni per leggere ciò che accade in modo più profondo e vasto di quello che riusciamo a fare con la sola logica, con il solo aiuto della mente egoica. 
Quindi mettiamoci comodi e ascoltiamo le loro parole permettendo alle immagini di formarsi dentro di noi, allenando la nostra sensibilità a riconoscere le parti della storia che ci riguardano, che parlano proprio di questo momento e di questo tempo.
E rifletteremo insieme sulle tracce e i segni che la fiaba ci dona.


LA SIGNORA HOLLE

“Una vedova aveva due figlie, una bella e laboriosa, l'altra brutta e pigra. 
Ma ella preferiva di gran lunga quest'ultima, perché‚ era la sua vera figlia, e all'altra toccava tutto il lavoro come alla Cenerentola di casa” 

All’inizio della nostra storia troviamo la descrizione di diverse separazioni, la prima è quella tra maschile e femminile, la seconda è tra buono e cattivo e l’ultima tra amore e non amore. Questa condizione produce solo sofferenza.
In questa condizione i giorni si avvolgono tristemente.

“Ella doveva sedere ogni giorno accanto a una fontana, sulla strada maestra, e filare finché‚ le sprizzava il sangue dalle dita. 
Un giorno che la conocchia era tutta insanguinata, ella si chinò sulla fonte per lavarla; ma la conocchia le sfuggì di mano e le cadde in acqua. 
Piangendo corse dalla matrigna e le raccontò la disgrazia, ma quella la rimproverò aspramente e le disse con durezza: “Se hai lasciato cadere la conocchia, va' a ripescarla!” 

Il simbolo del filare la lana riporta al mito delle Parche, le Dee del Destino umano, esattamente come la nostra eroina, filavano il filo della vita individuale e lo avvolgevano sul fuso, quando era giunto il tempo lo recidevano e neanche gli Dei dell’Olimpo potevano modificare il Fato. 
Qui a perdersi è la conocchia, cioè l’attrezzo per la filatura che conserva la lana grezza prima che sia avvolta e filata sul fuso, come dire non c’è più tempo, non si può continuare a contare su una riserva di materia grezza per proseguire la filatura del filo della vita, il meccanismo conosciuto, anche se doloroso, si interrompe.

A domani per la seconda parte!

2 commenti:

  1. non ho resistito e ho già letto tutta la fiaba... sono curiosissima della seconda parte di riflessioni...

    RispondiElimina
  2. Bello. A quando il seguito?

    RispondiElimina

Printfriendly