mercoledì 25 settembre 2013

Presenza


Maurizio Melis Roman - Tecnica mista

Quando ci muoviamo nel nostro mondo quotidiano, osserviamo poco ciò che ci circonda o ciò che incontriamo, nelle città intere schiere di persone si muovono come sordi alla vastità dei messaggi che arrivano così vicini e così luminosi, abbiamo pagato la civiltà che ci circonda con un silenzio dell'anima, guardiamo e non vediamo e in questo modo la vita è un fluire privo di vero nutrimento, alla fine della giornata tutto ciò che conta è quanto abbiamo prodotto. 
Molti percepiscono una inquietudine in questo, come se qualcosa di essenziale fosse stato dimenticato, e raramente questo stile di vita porta una gioia al nostro cuore, il movimento è privo di direzione e alla fine c'è la sensazione che non si sia arrivati da alcuna parte. 

È necessario allora chiedersi qualcosa di totalmente nuovo, di veramente rivoluzionario: "chi sono io?", e "quale è la direzione della mia vita?", "cosa è davvero importante?", "cosa mi rende felice in modo duraturo e non passeggero?", "cosa dà senso alle mie giornate e cosa vale la pena di vivere ogni giorno?". 
Esiste una qualità sottile dell'essere che non dipende da nulla che sia fuori da lui, una pienezza del vivere che non è collegata alla quantità di oggetti che è possibile acquistare o possedere, esiste un benessere che nessuno può portare via e nessuna circostanza può danneggiare. 
Per questa ricerca non devo andare lontano, non devo aspettare del tempo, per questo tesoro non devo meritarmi nulla o sottostare a nulla, è ciò che di diritto ho ricevuto nel momento in cui ho scelto di venire sulla terra, a fare la stupenda esperienza di vita nella materia, è la natura che ho sempre avuto e che sempre mi appartiene. È lo spazio sacro che si apre ad ogni respiro, in ogni momento. Adesso.
La porta della presenza totale nel momento è il varco per connettermi di nuovo alla saggezza del tutto al linguaggio che il mondo parla direttamente alla mia anima, in questo c'è la voce di ogni altro elemento della creazione, c'è la voce di ogni filo d'erba, di ogni piccola e grande creatura, di ogni vento e di ogni elemento, in questo spazio trovo la connessione con la saggezza antica che non è mai invecchiata, con il mio bambino interiore che ha sempre saputo che ogni passo ogni incontro, ogni evento arrivava con un senso ed un messaggio, ogni istante possedeva un dono prezioso per indicare la via che riporta a casa. 
Come potrebbe essere la nostra esperienza quotidiana se considerassimo lo scorrere del tempo come un alleato per la nostra evoluzione, o ancora di più, una guida che ci invia segnali per decidere in coscienza del prossimo passo. 
Questo sono i Simboli, arrotondati sassolini bianchi che ci segnalano la direzione, che portano la nostra attenzione su una qualità o una risorsa che abbiamo tralasciato o dimenticato. 
Noi siamo parte di una creazione che è intera e senza interruzioni, che continua a crescere e trasformarsi, noi abbiamo tutte le qualità che incontriamo, e siamo in grado di richiamarle alla coscienza quando ci svegliamo. Il risveglio è il compito, ricordare ciò che siamo è il compito, sentire quali sono in ogni istante i pensieri ed i sentimenti che ci fanno sentire a casa, e coltivarli, quali sono i pensieri ed i sentimenti che ci conducono in luoghi oscuri nei quali siamo estranei a noi stessi, nei quali ci perdiamo e rimpiccioliamo, e non dare nutrimento alla loro presenza.
Abbiamo una guida limpida dentro di noi che è la sofferenza, quando perdiamo la strada è la sofferenza che ci segnala la deviazione, quando spostiamo la consapevolezza verso la giusta direzione il nostro cuore si allarga dicendo "SI".
Il compito è essere svegli e presenti all'emergere del sentimento, svegli e consapevoli degli alleati che incontriamo in ogni istante.
Cammino per la strada, immersa e fluttuante nel mondo dei pensieri, che mi sposta continuamente tra ciò che è accaduto poco prima, positivo o negativo, bello o brutto a seconda dell'etichetta che decido di mettere, sto catalogando la mia esperienza per decidere se posso o meno essere felice, poi ancora mi sposto e in affanno arrivo a ciò che deve ancora succedere, concateno ipotesi più o meno complesse e aeree, invento scenari teatrali, e mentre tutti i miei pensieri sono sbilanciati verso il futuro, provo davvero una miriade di emozioni, il mio corpo si contrae e si mobilita come se tutto ciò che abita la mia mente fosse reale e vero, reagisco in ogni cellula ad una realtà che non esiste, oppure rivivo nel corpo una realtà che non esiste più, ancora e ancora, con la mutevole etichetta che dice: "è stato orribile, vergognoso, un attacco, un dolore", passato che non esiste più se non nel teatro interiore dove continuamente va in scena, o futuro che non esiste ancora, ma che scorre nella mente vivido di dettagli. Da uno spazio tra le case un raggio di sole preciso e brillante illumina un piccolo fiore giallo cresciuto tra le crepe di un muretto, luce con luce, sole con sole, mentre danzano pulviscoli nell'aria ferma, è un istante, è una porta, mi sveglio, ed ogni cosa è perfetta.

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