lunedì 9 settembre 2013

Ogni incontro è un'occasione

Il sentiero alla Serra
Cosa stiamo cercando? Che cosa più di tutto ci manca in questo tempo in cui, nella nostra civiltà occidentale, abbiamo praticamente più di tutto ciò che ci serve? Se presto attenzione all’inquietudine che molte persone condividono potrei descrivere questo stato di confusione come una chiamata, come un invito a definire in modo diverso le priorità e il senso la direzione che il percorso di vita prende, una domanda su cosa davvero desideriamo e ancora di più una profonda riflessione su quello che siamo chiamati a fare e quando le domande cominciano a sorgere si moltiplicano anche i segnali e arrivano molteplici aiuti, che chiamiamo coincidenze, che confermano alcune intuizioni già presenti nel profondo del nostro essere. 


Joseph Campbell dà un nome a questo processo evolutivo, lo definisce “Il viaggio dell’Eroe” e ci racconta come sia praticamente inevitabile, come il rifiuto dell’evoluzione e del cambiamento provochi l’inaridirsi della nostra fonte creativa, uno stagnare doloroso a tal punto della nostra corrente vitale da danneggiare oltre al corpo fisico, l’essenza stessa di ciò che siamo. 
Quando puntiamo i piedi ignorando la chiamata dell’anima cediamo il nostro potere personale, la luce della nostra essenza, sempre a qualcuno o qualcosa.  Per esempio alla famiglia, così che non resti delusa da noi, o ad un amico o compagno di vita, di modo che continui ad amarci e apprezzarci, oppure ad un ideale, che ci ha permesso di trovare il nostro posto nel mondo, di sentirci di appartenere ad un gruppo, di non essere soli, o ancora alla nostra immagine sociale, che se viene messa in discussione mette in pericolo la nostra stessa identità personale. 
Ignorare la chiamata dell'anima ci chiede di opporre una tale resistenza alla prosecuzione del nostro processo evolutivo da farci male. 
Questa consapevolezza è fondamentale.
Partendo da questa idea il malessere che talvolta percepiamo, lo stress, l’ansia che si accumula, il nostro disagio, qualunque forma prenda in questo momento, racchiude la stessa energia che può favorire l’evoluzione verso un più alto livello di realizzazione, non è il nemico ma l’alleato.
Nella società occidentale sono andate perdute le scansioni culturali che favorivano la consapevolezza della vita come processo evolutivo, perduti quelli che erano i riti di passaggio condivisi dal gruppo di appartenenza, ognuno è rimasto solo con approssimativi simulacri dei passaggi successivi. 
Anni fa un bimbo mi raccontava:” Adesso divento grande, divento grande per forza, ma qualcuno è contento se divento grande?” E’ legittimo domandarsi questo, perché non c’è nessuna ritualità condivisa che rassicuri il bimbo che è importante il suo crescere, che il suo contributo unico e prezioso di adolescente e poi giovane uomo e donna è apprezzato dalla società, valorizzato e atteso, proprio per ciò che di speciale ogni individuo porta nel mondo. Lasciamo soli i bambini con questa domanda, qualcuno è contento di ciò che di speciale porto in eredità e dono a questo mondo? Del seme unico che conservo dentro di me perché cresca nel futuro?

Perduta la profonda valenza dei rituali di passaggi, delle iniziazioni a nuove fasi e compiti esistenziali, ci ritroviamo soli e perduti, e la parte di noi che custodisce il senso di ciò che portiamo nel mondo è priva di parole per poterlo esprimere.
Più facilmente allora ci guardiamo intorno e decidiamo che la nostra vita deve rispecchiare un modello condiviso, dalla famiglia, dal quartiere dove viviamo, dalla scuola, dall'università, dalla televisione. Ecco come dovremo diventare, abbiamo davanti agli occhi un modello formale, un protocollo a cui aderire e, se facciamo questo tutto andrà a posto, tutto scorrerà liscio.
Le fiabe ed i miti ci portano a riflettere però sull'inevitabile chiamata a riprendere il viaggio, sempre ed in tante forme giunge un messaggero, che ci ricorda ciò che abita nel nostro seme, quello che sta aspettando di germogliare.
Quando sentiamo crescere l'inquietudine per la forma della realtà che ci circonda, ogni volta che incontriamo qualcuno, o veniamo attirati da qualcosa, ecco che potremmo domandarci: che messaggio è per me? Che indicazione mi sta portando? Dove sposta la mia attenzione?
Nulla nella nostra vita arriva per caso, ogni incontro è un'occasione, ogni giorno è speciale e unico, un sassolino bianco che ci riporta a casa.

Scritto da Pina Daniele

2 commenti:

  1. Mi è piaciuto leggere questo post. Mi rendo anche conto che non è facile mettere in pratica una "presenza" così. Di sicuro sento che è importante provarci. Avete qualche lettura da consigliarmi?

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    1. Ciao Angelica, ecco alcuni titoli, puoi cominciare con il testo di Eckart Tolle "Il Potere di Adesso" Edizioni Armenia, che tratta in modo semplice e profondo il tema della Presenza, il Maestro Thich Nhat Hanh ha scritto molti libri tutti meravigliosi e non hai che da scegliere, poi c'è un testo che temo sia fuori catalogo ma che talvolta si trova che si intitola "I sentieri si tracciano camminando" di Therese Jacobs Stewart. Spero che queste indicazioni ti siano utili, a presto

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